Dal 2003 il Festival Echos segnala sui libretti di sala un tesoro artistico della provincia che occorre salvare, descrivendone la storia e gli interventi necessari per il recupero. Quest’anno, dedichiamo questo spazio all’Oratorio della Santissima Trinità (Confraternita dei Battuti Rossi) a Pozzolo Formigaro
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Oratorio della Santissima Trinità (Confraternita dei Battuti Rossi)
Pozzolo Formigaro
L’oratorio della Santissima Trinità fu eretto sul finire del secolo XV a ridosso del vecchio muro di cinta, mentre il campanile fu elevato sulle fondamenta di un bastione delle stesse mura. Un’incisione situata sotto la cella campanaria porta la data 1673. Le attuali tre campane furono invece fuse nel 1816.
La Confraternita è intitolata alla SS. Trinità in quanto i confratelli, dediti alla regola dei Disciplinati di Milano, furono aggregati all’Arciconfraternita della SS. Trinità di Roma, detta dei Pellegrini e Convalescenti, fondata nel 1577 da San Filippo Neri. I “Battuti Rossi” di Pozzolo vestivano la cappa rossa senza cappuccio e un cordone bianco cingeva i loro fianchi.
L’oratorio di Pozzolo nella nuova ricostruzione era di dimensioni alquanto ridotte rispetto ad oggi. Aveva il frontone rivolto ad oriente e il portone d’ingresso che si apriva su una piazzetta. Poi, nel corso del Diciottesimo secolo i confratelli provvidero ad una completa ristrutturazione; sopraelevarono il tetto e avanzarono la navata sino ad occupare la piazzetta antistante, saldandosi così all’edificio dell’antico “Ospitale”.
La nuova facciata ebbe lo sguardo rivolto verso la parte più antica del Borgo, dominata dalla maestosa figura del castello. Fu abbellita da otto lesene, quattro nella parte inferiore e altrettante in quella superiore, poggianti su un artistico cornicione. Sulla parete vennero ricavate tre nicchie dipinte con le immagini della SS. Trinità al centro, di San Francesco da Paola a destra, e di San Bartolomeo a sinistra (il Santo al quale era intitolato l’antico tempio situato vicino al castello medievale e poi atterrato per essere appunto spostato nella parte meridionale del Borgo).
La legge Siccardi del 1850 in materia di riordino degli Istituti di Carità, determinò l’alienazione del caseggiato e dell’ampio cortile, di cui una parte fu concessa all’Oratorio. Allora i confratelli aprirono una porta nella navata dalla parte opposta a quella della facciata principale, per avere lo sbocco sull’antica via dei Fossi (l’attuale Viale Armano Oreste) oramai bene alberata, e vi collocarono il portone dismesso del vecchio San Martino; così come apparteneva alla stessa chiesa parrocchiale il grande organo Saraschi del 1870 che fu traslocato all’interno dell’Oratorio all’inizio del Ventesimo secolo, quando l’antico tempio di San Martino venne interamente riedificato.
Dopo la recente ristrutturazione della facciata e del campanile, i futuri lavori di restaurazione dovranno necessariamente essere orientati alla parte interna dell’antico tempio, che dopo gli ultimi lavori realizzati nel 1939, da alcuni anni sta andando incontro ad un progressivo deterioramento. Dovranno essere oggetto di cura l’imponente organo a canne, il coro ligneo, il grande quadro raffigurante San Giuseppe e la nicchia, chiusa da una porta lavorata in legno e vetro che ospitava la statua di Maria Ausiliatrice, che attualmente si trova nella chiesa di San Martino.